Nei giorni scorsi, i fan della defunta principessa Diana, madre dei principi Harry e William, l’hanno ricordata ancora una volta in occasione di un’altra triste ricorrenza: i 27 anni dalla sua morte. E alla vigilia di questa data, Ken Wharfe, ex guardia del corpo di Diana, ha deciso di condividere con il Mirror le sue riflessioni su quella tragedia.
Secondo Wharfe, la principessa non doveva morire se fossero state prese misure elementari e del tutto ovvie. Ken, ex ufficiale di polizia che ha prestato servizio per ben 6 anni nella sicurezza di Diana, non nasconde il suo stupore riguardo a quanto tutti si siano comportati con leggerezza quel giorno fatale.
Innanzitutto, la principessa non avrebbe dovuto viaggiare su quella macchina con quel conducente, un viaggio che si è concluso con la sua morte. Quando Diana e il suo fidanzato Al Fayed, arrivati a Parigi e alloggiati all’hotel Ritz, furono informati che una folla di paparazzi li aspettava all’uscita, cercarono di evitare l’incontro cambiando i loro piani.
Invece di salire sull’auto di Al Fayed con un autista affidabile, mandarono quella vettura all’ingresso principale e loro scapparono dall’uscita di servizio. Così si ritrovarono in un’altra auto, con alla guida Henri Paul, l’autista dell’hotel, che quel giorno aveva già bevuto molto.
La domanda principale che lascia Wharfe perplesso è perché, dopo aver scoperto che Henri Paul era ubriaco, non si sia messo alla guida Trevor Rees-Jones, la guardia del corpo personale di Al Fayed, perfettamente in grado di guidare. Probabilmente lo aveva anche proposto.
Tuttavia, a quanto pare, Dodi detestava quando qualcun altro prendeva decisioni al posto suo, soprattutto un suo dipendente. E il fatto che Henri Paul fosse rimasto al volante, secondo Wharfe, fu ciò che condannò la principessa.
Inoltre, secondo Ken, un’altra circostanza importante avrebbe potuto evitare l’incidente. L’auto di Diana viaggiava ad alta velocità perché inseguita dai paparazzi. Ma se fosse stata accompagnata da una vettura della polizia, quell’inseguimento avrebbe potuto essere evitato.
Tuttavia, né Diana né Dodi chiesero aiuto alla polizia locale, e la principessa britannica non aveva più una scorta dopo il divorzio da Carlo, l’attuale re. Curiosamente, come ha precisato Wharfe, non fu la polizia di Scotland Yard a togliere la sicurezza a Diana. Secondo lui, fu lei stessa a rifiutarla, perché non voleva più avere nulla a che fare con la famiglia reale. Ken sostiene di aver cercato personalmente di convincere Diana a non rinunciare alla protezione.
Le spiegò che, anche se non era più la moglie dell’erede al trono, sarebbe rimasta per tutti la principessa del Galles, e quindi sarebbe sempre stata al centro dell’attenzione, anche di persone potenzialmente molto pericolose per lei. E se solo lo avesse ascoltato, chissà, forse Diana sarebbe ancora viva.
Non doveva morire: l’ex guardia del corpo ha raccontato cosa avrebbe potuto salvare la vita della principessa Diana. Tutti i dettagli sono al link nei commenti. 👇👇👇👇👇👇